Un seminario: è la modalità con cui abbiamo vissuto le ultime due ore di lezione di informatica.
"Seminario".. richiama una dimensione conviviale. Il mio sogno rispetto alla scuola : un luogo di confronto dove la didattica, perseguendo lo scopo di valorizzare lo studente e di ottenerne il meglio, lo stimoli e solleciti ad un ruolo veramente attivo, ad essere, in una parola, se stesso.
"I care": certo, anche se non amo gli slogan, di per se stessi riduttivi e un pò populisti, questa è veramente un'espressione che emana dall'umanità più genuina, che è interesse, coinvolgimento per tutto ciò che esiste . Ma questa tensione,io credo innata in ogni persona, corre sempre il rischio di venir soffocata dalle delusioni, dall'amarezze che finiscono a volte per sconvolgere le più ingenue speranze ed indurire, per difendere, i cuori più generosi.
Come conservare e nutrire la voglia di esprimere sempre, senza mai stancarsi, il nostro desiderio?
Forse con lo stupore, la meraviglia, la fame di conoscenza, l'amore. Lo dico con entusiasmo: volere è potere o, almeno, è credere di potere.
Dell'incontro, una cosa mi è rimasta particolarmente impressa, una considerazione che il professore ha fatto richiamando il miracolo dei pani e dei pesci di Gesù: la quotidianeità è quel miracolo. Ogni giorno partecipiamo al miracolo che viene dalla condivisione con gli altri, e che è l'arricchimento della nostra esistenza.
é stata come "un'intermittenza del cuore", un'epifania: io lo sapevo che sono amata e che posso amare, ma non sempre me ne ero accorta.
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