lunedì 21 aprile 2008

seminario: I care

Un seminario: è la modalità con cui abbiamo vissuto le ultime due ore di lezione di informatica.
"Seminario".. richiama una dimensione conviviale. Il mio sogno rispetto alla scuola : un luogo di confronto dove la didattica, perseguendo lo scopo di valorizzare lo studente e di ottenerne il meglio, lo stimoli e solleciti ad un ruolo veramente attivo, ad essere, in una parola, se stesso.
"I care": certo, anche se non amo gli slogan, di per se stessi riduttivi e un pò populisti, questa è veramente un'espressione che emana dall'umanità più genuina, che è interesse, coinvolgimento per tutto ciò che esiste . Ma questa tensione,io credo innata in ogni persona, corre sempre il rischio di venir soffocata dalle delusioni, dall'amarezze che finiscono a volte per sconvolgere le più ingenue speranze ed indurire, per difendere, i cuori più generosi.
Come conservare e nutrire la voglia di esprimere sempre, senza mai stancarsi, il nostro desiderio?
Forse con lo stupore, la meraviglia, la fame di conoscenza, l'amore. Lo dico con entusiasmo: volere è potere o, almeno, è credere di potere.
Dell'incontro, una cosa mi è rimasta particolarmente impressa, una considerazione che il professore ha fatto richiamando il miracolo dei pani e dei pesci di Gesù: la quotidianeità è quel miracolo. Ogni giorno partecipiamo al miracolo che viene dalla condivisione con gli altri, e che è l'arricchimento della nostra esistenza.
é stata come "un'intermittenza del cuore", un'epifania: io lo sapevo che sono amata e che posso amare, ma non sempre me ne ero accorta.

venerdì 18 aprile 2008

nuovi canali di informazione

Dalle più antiche civiltà fino al Novecento, il "sapere" è sempre stato appannaggio di uno ristretta cerchia sociale privilegiata.

Nè la nascita delle università - seppur permettendo una più ampia circolazione degli studenti e quindi degli scambi culturali- nè in seguito l'avvento delle stagione illuministica-che non riuscì a concretizzare la sua ideologia 'fraternitaria' ( faccio notare l'ossimoro dell'espressione)- riuscirono a rendere il sapere di dominio pubblico.

Trascurando grossolanamente tutti i fattori storico-filosofici, possiamo agevolmente accordarci sul fatto che soltanto la nostra contemporaneità, con l'affermarsi politico della democrazia (almeno in occidente), partendo dalla comune condivisione del principio di uguaglianza, ha visto realizzarsi, per quanto riguarda l' ambito culturale, le misure atte a garantire a chiunque un'istruzione; istruzione per definizione affidata a un'istituzione ben precisa, la scuola.

Tuttavia, già a partire dagli anni '50, un nuovo elemento , configurandosi originalmente come strumento, ma agendo di fatto attivamente, si apprestava a sconvolgere la società e , nell'ambito che qui stiamo affrontando, i piani della pedagogia: la televisione.

Non volendo e non potendo librarmi in considerazioni sociologiche illimitate, che risulterebbero oltremodo datate ( suggerisco di affidarsi alle lucidissime e veggenti parole di Pasolini al riguardo), proseguirei invece il discorso, riferendomi a un fenomeno oramai conclamato ed evidente agli occhi di tutti, come l'avvento di internet. Negli ultimi anni, di pari passo alla globalizzazione economica, si è assistito alla nascita e all'evoluzione di questo canale comunicativo e, di conseguenza, informativo, molto più potente di tutti gli altri mass media prima esistiti non solo per la scala su cui si trova ad interagire, ma soprattutto per la sua caratteristica intrinseca di estrema plasticità. Sembra proprio che l'emergere di questa nuova "entità" sia corresponsabile della crisi in cui versa il sistema scolastico, minato alle basi, sulle metodologie e quindi sulle finalità . Questa crisi è indice di un cambiamento epocale, in quanto la forma di insegnamento che caratterizza la scuola moderna, è rimasta la stesso per secoli, ed è più o meno la stessa che sottostava al rapporto fra maestro e allievi nella Roma antica.

Rimanendo saggiamente fedele al proposito di non intentare spericolate e infervorate considerazioni per esempio rispetto a come dovrebbe configursi oggi l'insegnamento, mi limito a riferire una delle possibilità che il nuovo strumento telematico offre attualmente a un fruitore, tuttavia già preparato ( da chi? dalla 'vecchia scuola' ) come può essere un operatore, qui in veste comunque di ricercatore, del campo sanitario. L'esempio è PubMed, un portale di informazione scientifica.

La voglia di scalfire la superficie di questa riserva continuamente aggiornata di informazioni, mi ha spinto a stimolare il motore di ricerca su alcuni interessi un pò particolari e abbastanza marginali rispetto alla diretta operabilità richiesta dal campo sanitario, come l'autoorganizzazione della materia vivente'. Sono venuti fuori riferimenti interessanti http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/cubby.fcgi?call=0Xsup9m2ix_OIasg1C7Jyi1tinioI7U8FXqjYdwvHmT&callpath=0T_Zo384xnE1ObeIwT68tyi01KUzglacWUu http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/cubby.fcgi?call=0tmoZxRDgU5duPkFmADPXYRCPFKFrUFi5tGvgiA7NF-&callpath=0bKvUNZDS8J5pF_a2JxgUCdPBo9jdXPIXQG
che comunque rimandano ad articoli da acquistare.
Il mio tentativo di ricerca, un pò sconsiderato e , per certi versi ,frustrante perchè ottiene risposte che ampliano la prospettiva di partenza, già di per sè confusa, dimostra paradossalmente la difficoltà di approcciarsi a uno strumento in grado di rispondere a moltissime domande, ma ingestibile da chi non ha le idee chiare o non 'possiede la materia'....

bhè, possiamo dire che nonostante il mondo cambi, la questione di fondo, rispetto all'uomo, rimane sempre la stessa ( per fortuna!): la maggior facilità di attingere a delle informazioni non prescinde da un lavoro interpretativo e orientativo e quindi dalla domanda dell'individuo. Rimango io l'artefice della mia formazione.

domenica 16 marzo 2008

La scienza delle reti (primo compitino,,)


L’assunto che ha guidato gran parte della ricerca scientifica del XX secolo è stato: divide et impera. Eppure non ci siamo avvicinati a comprendere la natura nel suo insieme.

La complessità cerca di capire il comportamento di sistemi composti da milioni di parti e di individuare in che modo l’ordine emerge dal caos e dalla casualità attraverso le leggi di autorganizzazione.

Niente succede isolatamente: siamo arrivati a capire l’importanza delle reti, gruppi di nodi connessi da link.

Ogni rete finora studiata oscilla fra i 2 e i 14 gradi di separazione. Come fanno le reti ad assestarsi su percorsi così brevi nonostante siano formati da migliaia di nodi? La risposta è nella loro natura altamente interconnessa. La teoria delle reti casuali ci ha detto come sia sufficiente un solo link per ogni nodo perché si formi un cluster gigante. Non appena viene superata questa soglia critica ( come avviene nelle reti reali) la distanza fra i nodi collassa. Il mondo del XX secolo è irrimediabilmente collassato. Una proprietà delle reti è quella di essere dei mondi piccoli- diversi dal mondo euclideo- dove le distanze non sono misurate in chilometri. Navigando in questo mondo, ci capita di vedere tradite molte nostre intuizioni: là fuori c’è una geometria nuova.

Bibliografia interessante:

Link di Albert-Laszlo Barabasi

siti di interesse:

http://www.linkalab.net/Trup/NewBlog/?q=node/13


207 parole (non siamo rigidi..!)

mercoledì 5 marzo 2008

si! voglio proprio presentarmi dentro un post del genere..
sono Elisabetta Burchi e c'est tout.
é retorico ma vero: è impossibile e ingiusto cercare di definire una personalità. vorrà dire che emergerò dalla modalità con cui verrà plasmato questo blog.. che pressione allora! spero non ne derivi un giudizio insindacabile su di me!
ho sempre avuto orrore e timore degli schemi, intesi come preconcetti, limiti, chiusure e , se si vuole, anche scelte! è stata un pò così anche per la decisione di intreprendere la facoltà di medicina: non l'ho vista come "elezione" di un campo, ma come "rinuncia" a tutto il resto.. tragico, perchè questa tensione non ti fa godere di ciò vivi, ma ti proietta continuamente verso altro..
ecco cosa posso dire di me: ho sete di conoscenza, non solo di novità, ma anche e soprattutto di nuove e diverse modalità attraverso cui considerare le stesse cose;
desidero confrontarmi e quindi condividere; voglio trasformare la routine in perenne scoperta!..
vabbè, mi dò temporanenamente un freno, perchè mi sto autoalimentando e invece non voglio gingillarmi o blandirmi! Aspetto voi invece!!